Centro di Torino, 1969. Il dodicenne Amedeo, abile con il pallone, diventa amico del boss malavitoso del quartiere, don Pino. Nel frattempo, vive il suo primo amore con la coetanea Silvia, sua vicina, e insegue il sogno di diventare un calciatore professionista. Il vivace rione e lo spirito del tempo gli propongono i riferimenti attraverso i quali compiere il percorso di crescita: famiglia, scuola, Chiesa, sport, comunismo e malavita; mentre la Storia passa sotto i suoi occhi con lo sbarco sulla luna, l’Autunno Caldo e la strage di piazza Fontana. Ma protagonisti della vicenda sono anche un’epoca – con i sogni, la musica, il cinema, la radio e la televisione – e la città vecchia, resa realistica nei contrasti sociali, politici e regionali, nella solidarietà popolare, nei profumi, nel vociare e in alcuni personaggi che compaiono fugacemente: il Maciste di Porta Palazzo, il panettiere Nino di via Barbaroux, la Cicolatera Ida del Bicerin e altri.
Con una scrittura fluida e accattivante, Infuso accompagna il lettore lungo un godibile e affascinante viaggio di formazione e consegna, allo stesso tempo, un’intensa lettera d’amore nei confronti di Torino e di giorni perduti.
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