La sera del 23 settembre 1959, a causa di una violenta tempesta, il faro marino di Ar-Men rimane isolato per tutta la notte. Il mattino seguente la sua lanterna continua a rimanere accesa, e nessuno risponde alla radio. I soccorsi inviati sul posto, che trovano il faro ancora chiuso dall’interno, rinvengono uno dei due guardiani morto al penultimo piano, mentre l’altro sembra scomparso nel nulla. Il commissario Arno Delta e un medico legale raggiungono Sein, l’isola più vicina, per avviare le indagini. Dopo un avventuroso sopralluogo e un’autopsia eseguita con mezzi di fortuna, i due stabiliscono che il guardiano ritrovato cadavere si è suicidato. La loro conclusione viene però messa in dubbio dall’arrivo su Sein del notaio Nicole Martin, in possesso di un testamento che dimostrerebbe che il suicida, il giorno stesso della morte, ha ereditato il misterioso contenuto di una cassetta di sicurezza da un secolo depositata nella camera blindata di una banca. A effettuare il lascito è stato il comandante della fregata imperiale Sané, che proprio cento anni prima, la notte del 23 settembre 1859, si è schiantata sullo scoglio di Ar-Men.
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