In quell’universo in un granello di quel primo attimo eterno, il mondo era semplice. C’era il suono, io, e c’era lei, la materia. Io impalpabile e vibrante, lei caotica e nervosa, sempre sul punto di esplodere. Tanto che a un certo punto non ce la fece più e scoppiò.
In un mondo il cui ogni cosa è in relazione, è possibile che la relazione sia d’amore, contrastato, difficile, lungo ere geologiche, breve quanto l’attimo in cui è nato l’universo e oltre ogni genere, spazio, tempo.“…in questi racconti vi è un recupero della dimensione geologica del tempo, quella che non sentiamo scorrere vivendo, ma che conosciamo solo grazie alla storia e alla scienza. Il tempo cosmico che modella le montagne e scava gli oceani, fa crescere le foreste e le città, che a torto si ritengono inerti. Maurizio Corrado ci narra di una cosmologia senziente, e attraverso sentimenti fin troppo umani dà corpo al legame stretto che unisce fra loro tutti gli elementi della creazione. E che non si creda che siamo solo noi a provare gelosia (Il treno e la galleria), a lasciarci consumare dall’amore (Il monte e l’acqua), a sentire impulsi incestuosi (La città e il bosco), a voler prevaricare (La mente e il cervello), a chiuderci nell’incomprensione (Il suono e la materia) o ad essere attratti nonostante la differenza d’età (La strada e il palazzo). Ognuno di questi sentimenti così umani viene declinato alla dimensione del cosmo, e il risultato per il lettore è paradossalmente duplice: da un lato ci si sente parte integrante del cosmo con cui condividiamo la stessa reazione alla vita, dall’altro percepiamo che, di questo immenso universo, siamo solo una piccola parte, in fondo trascurabile. E ancora: se da una certa prospettiva esistono confini e barriere, dall’altra bisogna pur rendersi conto che tout se tient, tutto s’incatena…” (dalla prefazione di Laura Brignoli)
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