Quando arriva il venerdì in redazione tiriamo le somme della settimana appena passata.
Questa è stata una settimana faticosa che ci ha visti lavorare fino a tardi per poter leggere le proposte editoriali che ci sono arrivate durante la pausa estiva.
In un sito, non mi ricordo quale, ho letto che un editore “serio” è quell’editore che ci mette dai tre ai due anni a valutare un testo. Quindi ho pensato: per soddisfare tale aspettativa dovremmo almeno far attendere gli autori un tempo infinito o quasi biblico. Ci chiedevamo: veramente questa è una caratteristica fondamentale, direi quasi oggettiva e imprescindibile?
Nella valutazione delle proposte seguiamo un criterio di arrivo temporale e sicuramente si sta creando una lista di attesa, ma non così lunga! No, voglio correggermi, ci auguriamo di ricevere così tante proposte da avere un attesa degna di una grande casa editrice.
Ma perché? Perché si prendono per vere delle regole che non lo sono? Ogni casa editrice e ogni redazione ha il suo modo di lavorare e la proprio organizzazione.
Quindi sfatiamo questa regola: se un editore vi risponde subito non significa che non sia serio! Magari è stato attratto dal titolo della vostra proposta? Dal vostro nome? Insomma ci sono milioni di variabili per cui un testo possa essere valutato più velocemente di un altro.
Ci sono tanti siti dedicati all’editoria, utili agli autori, ce ne sono altrettanti che si fanno paladini di non so quale ben definita battaglia, come se ci fosse uno Statuto che determini il “bravo e serio editore”.
E allora noi della redazione di Intrecci abbiamo stilato le nostre di regole. Le peculiarità che ogni editore, grande o piccolo che sia, deve avere per garantirsi la soddisfazione del proprio autore.
LE 7 REGOLE DELL’EDITORE PERFETTO
- Sincerità. Alcuni millantano fischi per fiaschi, grave errore. Essere sempre sinceri con l’autore che si ha davanti è la prima regola, senza la quale non si va da nessuna parte. Sincerità nella modalità di valutazione del testo, sincerità su cosa aspettarsi dal mercato editoriale, sincerità su cosa aspettarsi al momento della promozione del testo.
- Chiarezza. Gli attori in questo spettacolo sono due: l’editore e l’autore. Il successo del libro è come un passo a due di danza dove i due ballerini vanno all’unisono. Se uno dei due perde il ritmo allora sarà difficile raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati.
- Passione. L’editore che decide di pubblicare un testo lo fa mettendosi in gioco in prima persona, perché in prima persona crede nel libro che metterà in commercio e se manca la passione nel mestiere che fa allora le sue produzioni non avranno ne capo ne coda.
- Ascolto. Un editore deve saper ascoltare chi ha davanti. Le motivazioni che hanno spinto quella persona ad afferrare una penna e scrivere le prime righe del suo libro.
- Elasticità. E questo a nostro avviso fa la differenza tra editore ed editore. Basta fissarsi su determinati punti! Cerchiamo di guardare oltre e di cogliere oltre i parametri che ci si è posti. Riuscire a cambiare anche in parte il proprio modo di lavorare alle volte può rivelarsi la soluzione vincente.
- Imparare a dire no. Questo è un rischio che i piccoli e medi editori corrono sempre: pubblicare troppo. Chi non ha una struttura forte alle spalle rischia di pubblicare troppi libri in un anno e di non riuscire a stare dietro alle richieste degli autori. Ecco perché alle volte è indispensabile riuscire a dire NO!
- Programmare. Programmare il lavoro e le uscite perché si rischia veramente di perdere ore di sonno e quindi di perdere autori validi.
Queste sono le regole che cerchiamo di seguire noi di Intrecci Edizioni quando decidiamo di lavorare con autore.
Ovviamente non devono essere delle regole universali e possono essere aumentate (se qualcuno avesse delle proposte in merito sono ben accette!) o diminuite a secondo delle necessità.
E voi cosa ne pensate?
Ne penso assolutamente tutto il meglio possibile. E ritengo che siano regole non solo sensate, ma anche commercialmente fruttuose. Soprattutto per medi e piccoli editori che dovrebbero contare su anche, se non principalmente su eventuali valide scoperte letterarie e non adeguarsi ad una mediocrità generale ( per ciò che riguarda l’Italia soprattutto) di case editrici più grandi, con un capitale maggiore… e pochissima capacità e inventiva, le quali grandi case editrici maggiori però sono sostenute da capitali più ampi, anche se, per loro stesse, non è che sia una politica così florida quella della “piattezza” e del cercare di rifarsi al libro che arriva direttamente dal programma o dal personaggio tv, che in fondo con lo Scrivere poco o nulla ha da spartire. Credo quindi che molte cose contenute nei sette punti siano più che giuste e , come appena detto, anche fruttuose in “economicità” oltre che in risultato di qualità dei lavori da pubblicare.
Teniamo conto tra l’altro, a proposito dei tempi, che alcune opere che hanno segnato un’ epoca, anche se un’opera ha una sua certa “immortalità” se è ben scritta, se avessero dovuto … aspettare troppo forse non avrebbero avuto il senso e il successo, (magari, ripeto, rimasto poi nel tempo), che hanno per fortuna avuto dalla tempestiva pubblicazione da parte di editori accorti e capaci.